Golinelli (Integratori Italia): “Integratori strumento per contenere la spesa sanitaria”
Con una spesa sanitaria in continua espansione, i governi stanno cercando di attuare politiche che possano nel contempo ridurre i costi sanitari e migliorare il benessere della popolazione. La spesa sanitaria nell’Europa occidentale è stata di 1,4 trilioni di euro nel 2015 e si stima che aumenterà del 4% entro il 2020, a quasi € 1,8 trilioni all’anno. Con un impegno, in termini di spesa sanitaria, legato a una popolazione che invecchia progressivamente, i livelli di spesa potrebbero diventare insostenibili.
Quattro patologie su dieci sono legate all’alimentazione e si verificano prima dei 70 anni, mentre il 30% dei casi di tumore e fino all’80% delle morti premature sono dovute a malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2. Nonostante l’aumentata longevità, gli adulti trascorrono l’ultimo quinto della loro vita con disabilità o malattia cronica. È indispensabile, quindi, individuare nuove soluzioni per la gestione dei costi sanitari e per migliorare il benessere della popolazione. Una corretta alimentazione e uno stile di vita sano sono essenziali per il mantenimento di uno stato di salute.
Il raggiungimento dei livelli raccomandati di alcuni nutrienti quali vitamine e minerali per evitare carenze è sicuramente da perseguire. Tuttavia, in alcuni casi e in alcune fasce di popolazione, è necessario raggiungere i livelli ottimali per poter incidere sulla riduzione di alcuni fattori di rischio di malattie. Vediamo alcune simulazioni, attraverso studi realizzati da Frost&Sullivan per Food supplement europe, cui aderisce Integratori Italia, che possono fornire interessanti spunti di riflessione.
Osteoporosi, calcio e Vitamina D
L’invecchiamento della popolazione europea, e quindi l’aumento delle fratture attribuibili all’osteoporosi, aumenterà nel corso dei prossimi anni. L’educazione dei consumatori over 55 a rischio osteoporosi sui benefici dell’integrazione di calcio e vitamina D da parte delle istituzioni europee e nazionali e di medici e farmacisti, potrebbe aiutare a ridurre il rischio di fratture dovute e a ridurre i costi a carico dei servizi sanitari nazionali in Europa, oltre ad aumentare la qualità della vita di milioni di persone, un beneficio che non ha prezzo. È stato evidenziato che un più ampio utilizzo di integratori di calcio e vitamina D potrebbe generare risparmi per quasi quattro miliardi di euro l’anno in Europa in termini di costi sanitari, attraverso la riduzione delle fratture ossee dovute a osteoporosi: Frost&Sullivan, nel suo studio “Healthcare cost savings of calcium and vitamin D food supplements in the european union”, ha quantificato i costi sanitari dovuti alle fratture ossee per osteoporosi nella popolazione europea a rischio pari a 27,8 milioni di persone over 55, di cui le donne rappresentano l’80%. Considerate le fratture che si verificano nell’Unione europea ogni anno, pari a 1,24 milioni, è stato stimato che si determinerà un costo totale legato a questi eventi pari a 132 miliardi di euro tra il 2016 e il 2020, equivalenti a 26,4 miliardi di euro per anno o circa 21 mila euro per evento. I dati evidenzierebbero che un’assunzione giornaliera di 1.000 mg di calcio e di 15 µg di vitamina D potrebbero ridurre del 15% il rischio di fratture dovute a osteoporosi negli over 55. Lo studio di simulazione di Frost&Sullivan conclude stimando che, se tutti gli individui over 55 a rischio consumassero calcio e vitamina D in queste quantità e in modo regolare, si potrebbero verificare circa 187 mila fratture in meno ogni anno con un potenziale risparmio di circa 4 miliardi di euro per anno in Europa in termini di costi sanitari evitabili.
Ipercolesterolemia e fitosteroli
L’assunzione di 1,7 g di fitosteroli al giorno da parte degli adulti europei di età superiore ai 55 anni con ipercolesterolemia grave ridurrebbe del 2,3% il rischio di ospedalizzazione dovuta a eventi cardiovascolari. Ciò comporterebbe risparmi di €26,5 miliardi nel corso di cinque anni, ovvero € 5,3 miliardi all’anno, secondo le stime dello studio Frost&Sullivan “Healthcare cost savings of phytosterol food supplements in the european union”.
L’ipercolesterolemia è dovuta alla presenza di livelli elevati di colesterolo Ldl nel sangue ed è associata a un più alto rischio di eventi cardiovascolari. In tutta l’Unione europea vivono 31,1 milioni di persone di età superiore a 55 anni che soffrono di ipercolesterolemia grave e che hanno un rischio stimato pari al 24,3% di essere colpiti da un evento cardiovascolare con conseguente ospedalizzazione.
I fitosteroli hanno dimostrato di ridurre i livelli di colesterolo Ldl. Ci sono prove evidenti che miliardi di euro di costi associati a eventi cardiovascolari potrebbero essere risparmiati attraverso un’integrazione più diffusa tra le popolazioni target nella Ue. I ricercatori Frost & Sullivan hanno calcolato, infatti, l’onere economico legato alla gestione di eventi cardiovascolari dovuti a ipercolesterolemia in questo target di popolazione e hanno stimato un costo a carico dei servizi sanitari dell’Ue di 1,328 miliardi di euro tra il 2016 e il 2020: 266 miliardi di euro all’anno, equivalenti a 34.637 euro per ogni evento.
Rischio cardiovascolare e Omega-3
Un’assunzione regolare di integratori a base di Omega-3 nella popolazione over 55 anni può ridurre il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, determinando un risparmio ai sistemi sanitari europei di quasi 13 miliardi di euro l’anno, con oltre 1,3 miliardi di euro di possibile risparmio in Italia. Queste alcune delle principali evidenze dallo studio Frost&Sullivan “Healthcare cost savings of omega 3 food supplements in the European Union”.
Sulla base di pubblicazioni e dati ufficiali, i ricercatori hanno studiato i benefici economici del consumo di integratori alimentari di Omega 3 Epa+Dha fra gli individui over 55, il gruppo demografico, pari a 157,6 milioni di persone nella popolazione europea (il 31% del totale), considerato ad alto rischio di sviluppo di patologie cardiovascolari.
Complessivamente, si stima che in Unione europea, fra il 2016 e il 2020, il 24% della popolazione over 55, cioè 38,4 milioni di persone, è a rischio di evento cardiovascolare con relativa ospedalizzazione, condizione il cui costo, nei 5 anni considerati, è pari a €34.637 per evento, per un totale di €1.328 miliardi.
L’analisi indica che un consumo giornaliero più diffuso di 1.000 mg di olio di pesce con Omega-3 Epa+Dha (quantitativo difficilmente raggiungibile con la normale alimentazione) negli individui over 55 si tradurrebbe in oltre 1,5 milioni di ricoveri per eventi cardiovascolari in meno in tutta l’Ue da adesso fino al 2020, generando un risparmio totale di €64,5 miliardi, pari a €12,9 miliardi l’anno. Detraendo i costi per l’acquisto degli integratori di Omega-3, il risparmio netto ammonterebbe a circa 7,3 miliardi di euro.
In Italia, l’utilizzo di 1.000 mg di Omega-3 Epa+Dha nella popolazione over 55 si tradurrebbe in un risparmio di oltre 1,3 miliardi di euro l’anno (oltre 720 milioni di risparmio netti, detraendo i costi degli integratori di Omega-3).
Alessandro Golinelli , Presidente di Integratori Italia (Unione italiana food)