Integrazione alimentare, Integratori Italia: a ogni età quella giusto
L’integrazione alimentare non è uguale per tutti, a ogni età la supplementazione deve essere adatta a esigenze specifiche: bambini in crescita, donne in pubertà, fase dell’invecchiamento a carenze vitaminiche
L’integrazione alimentare non è uguale per tutti, a ogni età la supplementazione deve essere adatta a esigenze specifiche: bambini in crescita, adolescenza, donne in pubertà e in età fertile, fase dell’invecchiamento. Questo il focus proposto dalla terza edizione della campagna informativa sugli integratori alimentari nata dalla collaborazione tra Integratori Italia, parte di Unione Italiana Food, e l’Unione nazionale consumatori per fornire una “bussola” per permettere ai consumatori di orientarsi nel mondo degli integratori alimentari, ed evitare le notizie parziali e combattere le fake news.
Età pediatrica, a rischio di carenza con diete di esclusione
«L’alimento ideale dalla nascita fino al sesto mese è, senza alcun dubbio, il latte materno – spiega Domenico Careddu, pediatra Fimp che ha contribuito alla campagna -. Dal primo anno di vita, è possibile considerare una supplementazione con Vitamina D e K, la cui concentrazione nel latte materno dopo la nascita è bassa. Dopo il primo anno di vita, l’utilizzo di integratori alimentari può essere necessario in bambini che seguono diete di esclusione o in altre situazioni a rischio di carenza. È bene ricordare che soprattutto nei ragazzi che praticano sport a livello pre-agonistico/agonistico, l’alimentazione deve consentire di fornire il miglior supporto metabolico alla prestazione, mantenendo contestualmente un peso ed una composizione corporea normali».
La donna, dalla pubertà all’età adulta
«Nella fase della pubertà, periodo di passaggio dall’infanzia all’età adulta, può essere utile integrare con Vitamina D, che ha un ruolo fondamentale nel metabolismo osseo – afferma Vincenzo De Leo, direttore scuola di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia del Dipartimento di Medicina molecolare e dello sviluppo, Università di Siena. «In età fertile la vitamina B1 si è dimostrata un trattamento efficace per le mestruazioni dolorose e la vitamina E può essere utilizzata nel trattamento della dismenorrea primaria, grazie alla sua attività anti-ossidante. Infine, per contrastare gli effetti dell’iniziale decremento degli estrogeni in peri-menopausa – l’alterazione della termoregolazione, della stabilità vasomotoria, del ritmo sonno-veglia – negli ultimi anni si sono affermate come terapie i fitoestrogeni, prodotti nutraceutici che, oltre a rappresentare una buona alternativa alla terapia ormonale sostitutiva, si sono dimostrate in grado di esercitare una spiccata attività antiossidante e antinfiammatoria».
Invecchiamento cerebrale sensibile a carenze vitaminiche
«Il cervello è l’organo del corpo che invecchia più velocemente e in maniera più significativa rispetto a tutti gli altri tessuti dell’organismo – spiega infine Giovanni Scapagnini, ordinario di Nutrizione umana, Dipartimento Scienze per la salute, Università degli Studi del Molise e vicepresidente Sinut -. In quest’ottica, trovare delle sostanze che aumentino le difese naturali del cervello, rappresenta sempre più un’emergenza socio-sanitaria. Numerose sostanze nutraceutiche, sono state oggetto di ricerche sperimentali e cliniche, in quanto potenzialmente efficaci nel supportare le funzioni cerebrali. In generale, il cervello è particolarmente sensibile a carenze vitaminiche, e in particolare alcune vitamine del gruppo B svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento della fisiologia cerebrale. Gli omega-3 sono considerati acidi grassi essenziali».
Il focus sull’integrazione alimentare in rapporto alle varie fasce di età è presentato con una videografica informativa, realizzata in collaborazione con gli esperti, condivisa attraverso la pagina Facebook.