Integratori alimentari: aprono alla relazione di consulenza in farmacia
In un quadro generale della farmacia in cui si registrano cali nelle vendite a causa dell’emergenza, gli integratori alimentari hanno una crescita del 6,3% e su questi prodotti si può sviluppare la consulenza del farmacista
Le vendite degli integratori alimentari hanno visto in questi mesi di pandemia numeri in crescita, soprattutto in alcune categorie. Se da una parte, il +34% di questi prodotti nel canale e-commerce può spaventare la farmacia, dall’altra è proprio su questa categoria che si può sviluppare la consulenza e il consiglio del farmacista. Questo quanto emerso nell’incontro virtuale dal titolo “Gli Integratori alimentari nell’attuale scenario: perché sono una categoria importante per la farmacia e la salute del cittadino” organizzato da Union Food, e svoltosi durante il congresso FarmacistaPiù.
Una review scientifica
Il lavoro di Integratori Italia, gruppo di Union Food dedicato agli integratori alimentari, dal 2006 si è concentrato sulla corretta informazione e la partenership con i farmacisti. Lo ha fatto anche attraverso una serie di pubblicazioni. In particolare, la “Review sull’integrazione alimentare: evidenze dalla ricerca scientifica e nuove frontiere di sviluppo, realizzato per Integratori Italia” di cui è uscita nel 2019 la versione aggiornata, pubblicata da Edra, con le ultimi studi ed evidenze. Sempre nel 2019 sono state pubblicate le Linee Guida sulla qualità degli integratori alimentari. Del 2017, invece, il Codice deontologico degli associati, che sottolinea in particolare la corretta comunicazione al consumatore. «Sta emergendo chiaramente che la figura del farmacista è l’unica variabile competitiva vincente, non solo verso la moderna distribuzione, ma oggi anche verso l’online» ha spiegato Alessandro Colombo, vicepresidente Integratori Italia «la specifica rilevanza professionale permette di costruire una relazione con il cliente, continuativa e consulenziale, anche prima e dopo l’ingresso in farmacia, ad esempio utilizzando i nuovi canali digitali e social».
In crescita vitamine e integratori per l’insonnia
Dal punto di vista delle vendite di integratori in farmacia, da gennaio a settembre 2020, si registra una crescita: «in un quadro generale della farmacia in cui si registra un calo del traffico nel punto vendita da inizio anno a causa della situazione di emergenza sanitaria, con un numero di pezzi medio di scontrini di -7,3%, ma con un +7,3% di euro per scontrino medio, gli integratori registrano un +6,3%», Simone Nucci, responsabile commerciale di Newline, Ricerche di mercato. Nel dettaglio dei dati Newline sul fatturato per macrocategorie di integratori alimentari, troviamo le “vitamine e minerali” che registrano un generale +3,2%, con una domanda in crescita non solo durante il lockdown, ma anche nei mesi successivi, mentre quelli per le ‘vie respiratorie’ aumentano di un +4,8%, infine i prodotti per il “benessere mentale e riposo” crescendo del 10%, dato generato da nuovi consumatori, effetto della preoccupazione crescente per il futuro. In calo, con un -1,5% i probiotici.
Il ruolo dei probiotici
«L’intestino è l’organo centrale del sistema immunitario e il microbiota è partner del sistema immunitario intestinale» ha spiegato Lorenzo Morelli, direttore Distas, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona «in particolare è stato dimostrato che il sistema immunitario dell’intestino è collegato a tutte le mucose dell’organismo, come quelle nasali e polmonari» inoltre, «i probiotici sono da considerare come regolatori del microbiota intestinale e dunque del sistema immunitario, ma i benefici per la salute sono da considerare ceppo specifici» pertanto «è importante che il farmacista conosca il tipo di integratore da consigliare per il problema da risolvere». Il termine “probiotico”, etimologia che è un misto tra il latino pro, e il greco biotico (della vita), è un termine usato per indicare batteri con azione benefica per la salute; questa definizione ha subito, a partire dagli anni Sessanta, una lunga serie di variazioni e ha oggi raggiunto, nel mondo scientifico ma anche in quello regolatorio, una consolidata stabilità: “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute all’ospite”. Il probiotico si caratterizza quindi come parola antitetica ad antibiotico, non solo etimologicamente, ma anche come concetto, ma con alcuni punti fermi: devono essere microrganismi vivi e vitali al momento dell’uso; devono essere assunti in quantità adeguata; il loro uso deve portare beneficio per la salute o il benessere.
Chiara Romeo