Vitamine , sali minerali ed estratti vegetali, l’Abc degli integratori per capire come scegliere

Per dimagrire, per abbronzarsi, ma anche per controllare la pressione e rinforzare il sistema immunitario. Guida all’uso degli integratori alimentari di cui gli italiani sono grandi consumatori

Complice la bella stagione e soprattutto la possibilità di tornare a fare programmi per l’estate, gli italiani pensano a rimettersi in forma e cercano aiuto anche tra gli scaffali delle farmacie per fare scorta di integratori. In base a un’indagine realizzata dalla società di ricerche di mercato Ipsos per conto di VitaVi, azienda specializzata nella vendita online di integratori, nel 2020 il consumo di vitamine, minerali, immunostimolanti e probiotici, è aumentato del 28% mentre i consumatori sono cresciuti del 9% per un giro d’affari complessivo stimato da Federsalus in circa 3,6 miliardi di euro. Secondo lo studio di Ipsos, ben il 65% degli italiani ha acquistato integratori nell’ultimo anno.

Perché li compriamo

Cosa spinge i consumatori a comprare gli integratori? Secondo i dati di una ricerca svolta da Kantar per conto di Integratori Italia, l’associazione italiana di categoria aderente a Confindustria e parte di Unione Italiana Food, il 58% degli intervistati assume integratori per preservare o migliorare lo stato di salute, in particolare come supporto fisico per il sistema immunitario o come aiuto per malesseri legati allo stress, agli stati d’ansia e ai disturbi legati al sonno.

Dove li compriamo

La farmacia e la parafarmacia rimangono il luogo elettivo di acquisto: i consumatori “abituali” si affidano al parere di farmacisti (45%), personale medico generico (36%) e specialista (21%), di cui apprezzano presenza, competenza ed esperienza. Tra questi utilizzatori si è assistito anche ad un aumento di acquirenti online (l’online è un nuovo punto vendita per l’acquisto di integratori per il 20% di chi ha fatto l’ultimo acquisto su piattaforma ecommerce), spinti da una maggiore convenienza, risparmio di tempo e comodità.

Quando servono davvero

Ma sono davvero utili gli integratori o piuttosto una moda? Dilemma antico ma non del tutto risolto perché in fondo non esiste una risposta univoca. Tra gli integratori più amati e acquistati troviamo, al primo posto, i sali minerali e i multivitaminici. Il ministero della Salute ribadisce che una dieta varia ed equilibrata fornisce, in genere, tutte le sostanze nutritive di cui l’organismo ha bisogno. In ogni fascia d’età (in particolare bambini e anziani), in specifiche situazioni fisiologiche (gravidanza e allattamento) o in relazione a specifici trattamenti farmacologici, alcune persone non riescono ad assumere la quantità ottimale di sostanze nutritive. In questi casi, gli integratori alimentari trovano un loro corretto uso. Integratori multivitaminici o specifici? Basti ricordare l’importanza dell’integrazione con acido folico in gravidanza, o il ferro e la vitamina D nei neonati non allattati al seno, o la vitamina B12 nei vegani e lo iodio nella popolazione generale.

“In Italia – spiega Arrigo Cicero, presidente della Società Italiana di Nutraceutica (SINut) – esiste un grande consumo di integratori aspecifici, come per esempio i multivitaminici dall’impiego generico e a volte sottodosati che rappresentano una percentuale ampia del mercato. Poi ci sono integratori specifici, come la vitamina D, il magnesio, la carnitina o il coenzima Q10: si tratta di prodotti focalizzati su una singola patologia o su condizioni da prevenire e dunque sono più specifici. Proprio per questo devono essere consigliati dal medico o dal farmacista, ma non autoprescritti”, conclude Cicero.

Assunzioni prolungate

L’efficacia dell’integratore dipende anche dalle quantità. “È importante la durata del consumo. Assumere una scatola di integratori per la circolazione venosa, piuttosto che per la protezione della retina o il controllo del colesterolo è inutile perché si tratta di problemi cronici che richiedono un’assunzione prolungata”, risponde Cicero. Cosa succede se li assumiamo senza averne davvero bisogno? “Assolutamente nulla”, chiarisce l’esperto. “Le regole ministeriali sono tali per cui la massima dosa consentita non è tossica. Potrebbe esserci soltanto un leggero sovraccarico vitaminico che, però, non provoca effetti collaterali”.

No all’acquisto sul web

Attenzione, però, se l’integratore viene autoprescritto e acquistato online: “A volte il consumatore si lascia attrarre da prodotti che contengono una singola vitamina a dosaggi elevati, ma è sbagliato acquistarli da soli perché in questi casi si rischia di non sapere bene cosa e quanto principio stiamo assumendo”, raccomanda Cicero. Le stesse raccomandazioni arrivano anche da Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico della Fondazione Umberto Veronesi: “Soprattutto i ragazzi che si allenano molto devono evitare di cadere nella rete degli integratori e dei supplementi. Non che gli integratori non vadano bene: spesso sono necessari, quando è presente una carenza di un nutriente, oppure utili, se possono dare una mano per migliorare l’efficienza del metabolismo o del recupero post allenamento. Il rischio si presenta quando vengono assunti senza criterio e magari anche acquistati su siti internet non soggetti ai controlli della Comunità Europea”.

Integratori di Omega 3

Tra i vari integratori in commercio, gli acidi grassi Omega 3 sono molto popolari. Il loro effetto favorevole sulla salute cardiovascolare è noto da tempo e comprovato da molti studi e ricerche. Come indicato anche dalla European Food Safety Authority (Efsa), questi acidi grassi sono fondamentali per il normale sviluppo di organi e tessuti (in particolare retina, cervello e cuore) e per il loro corretto funzionamento. La letteratura scientifica in tema di omega 3 documenta che il loro uso (sia alimentare, sia come integratore) risulta utile per mantenere uno stato di benessere e salute e può ridurre alcuni fattori di rischio di malattie cardiovascolari.

Il rischio di fibrillazione atriale

Di recente proprio gli integratori di Omega 3 sono stati molto ‘chiacchierati’ perché da uno studio italiano pubblicato su European Heart Journal – Cardiovascular Pharmacotherapy, emergeva la possibilità che potessero aumentare la probabilità di aritmia nelle persone con alti livelli di trigliceridi. In proposito è arrivata anche la posizione di Integratori Italia, l’associazione italiana di categoria aderente a Confindustria e che fa parte di Unione Italiana Food secondo cui la ricerca citata ha analizzato e combinato i risultati di cinque studi di intervento randomizzati e controllati su circa 50.000 pazienti totali ad alto rischio (25.000 trattati con omega-3 e 25.000 trattati con il placebo). Si è osservato un eccesso di 179 casi di fibrillazione atriale tra 25.000 soggetti trattati per una media 5,7 anni. Il rischio assoluto, quindi, è quantificabile in poco più di un caso in eccesso di fibrillazione atriale ogni 1.000 soggetti trattati per un anno. Per questo, si ritiene che non esistano ad oggi elementi per ritenere che l’aumento del rischio di fibrillazione atriale possa riguardare anche le persone sane che utilizzano integratori di omega-3.

Nutricosmetica solare

Questo è il momento ideale per iniziare a pensare all’abbronzatura con la fotoprotezione intelligente e la nutricosmetica solare che rappresentano il modo migliore per preparare e proteggere la pelle dall’interno contro i danni che il sole può causare. In genere, vengono consigliati integratori a base di vitamine, minerali ed estratti vegetali che mirano ad agire in sinergia con la dieta e i prodotti cosmetici tradizionali di fotoprotezione. Tra i principi attivi, oltre alla classica vitamina E, troviamo la Microalga Dunaliella, una fonte di carotenoidi che favoriscono la produzione di melanina, fondamentale per ottenere un’abbronzatura perfetta ed uniforme; il licopene estratto dal pomodoro con azione antiossidante che aiuta a proteggere la pelle dagli effetti dei raggi UV; e il rame che ha un ruolo chiave nella pigmentazione normale della pelle e contribuisce ad un’abbronzatura uniforme e duratura. Quando vanno presi? “Non all’ultimo momento, ma almeno 3 o 4 settimane prima dell’esposizione prolungata per poi proseguire durante tutta la stagione”, risponde Cicero.

Diuretici e disintossicanti per dimagrire

La voglia di conquistare una bella abbronzatura va di pari passo con quella di perdere i chili di troppo. E così si cerca l’aiuto di integratori con azione diuretica e depurativa. In commercio si trovano prodotti che contengono carciofo, equiseto, fico d’India, cardo mariano e matè, ma tra i più richiesti ci sono quelli all’aloe vera, pianta succulenta delle Aloeaceae. Servono davvero? Proprio di recente, un gruppo di ricercatori dell’Università di Sidney ha passato in rassegna 121 studi condotti coinvolgendo nell’arco di 16 anni quasi diecimila adulti per valutare l’efficacia del ricorso a integratori (in pillole, in polvere o liquidi) a base di chitosano, glucomannano, acido linoleico coniugato e fruttani. Anche se alcuni studi hanno evidenziato una perdita di peso tra chi assumeva una di queste sostanze, nel confronto con un placebo, i risultati sono insufficienti per dimostrare un beneficio a lungo termine per la salute. Una posizione ribadita anche dall’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui “il ricorso a tali prodotti per il trattamento di sovrappeso e obesità non è supportato da prove di efficacia clinica”. Gli stimolanti del metabolismo ‘illegali’ A ribadire questa posizione è anche il presidente della Sinut: “Sono anni che le vendite di integratori dimagranti continuano a diminuire. Questo vuol dire che non funzionano o meglio il loro utilizzo non è adeguato. Il consumatore cerca una panacea che lo faccia dimagrire senza fare dieta e attività fisica mentre tutti gli studi dimostrano che alcuni integratori funzionano solo su chi è a dieta”. In realtà, in commercio si trovano alcuni prodotti che stimolano il metabolismo ma che non sono del tutto innocui come, ad esempio, l’efedrina. Strutturalmente simile all’amfetamina di cui rappresenta il naturale precursore, l’efedrina viene utilizzata per migliorare la concentrazione, ma anche per sopprimere l’appetito e favorire il dimagrimento, ma dal 2015 ai medici è vietato prescrivere preparazioni magistrali contenenti efedrina a scopo dimagrante, e ai farmacisti di eseguire queste preparazioni per lo stesso scopo. Le fibre solubili e gli antiossidanti anti-fame E allora: non ci sono integratori che possano aiutare a perdere peso? “Gli unici prodotti che hanno un razionale scientifico – risponde il presidente della Sinut – sono le fibre solubili perché danno una sensazione di riempimento gastrico e poi alcuni blandi stimolanti del metabolismo come l’epigallocatechina gallato e la caffeina che possono aiutare soprattutto chi è un mangiatore compulsivo per i quali sono indicati anche gli integratori che agiscono a livello del sistema nervoso centrale, dai banali ansiolitici come la valeriana e il luppolo a prodotti come il 5-idrossitriptofano, precursore della serotonina, che modulano le sensazioni di ansia e stress. Anche il magnesio è associato a una lievissima perdita di peso. Si tratta comunque di integratori che non vanno presi per pochi giorni ma vanno inseriti in un discorso globale di dieta e attività fisica”.

Gli integratori per la pressione arteriosa

Chi soffre di ipertensione arteriosa prova a tenerla sotto controllo anche con gli integratori. “Come già ampiamente dimostrato nel caso dell’ipercolesterolemia, oggi gli integratori alimentari rappresentano un’arma in più a disposizione degli specialisti anche per la riduzione del rischio cardiovascolare correlato alle prime manifestazioni di ipertensione arteriosa”, spiega il presidente della Sinut. “Barbabietola rossa, vitamina C, magnesio, ortosifon, biancospino e ibisco sono tra i principali componenti con efficacia dimostrata nel contrastare i primi segnali dell’ipertensione”. Questi nutrienti hanno dimostrato di ridurre i valori di pressione arteriosa in media dai 2 ai 5 mm, con un impatto diretto sulla prevenzione del rischio cardiovascolare associato all’ipertensione. Vitamina D e Coronavirus Covid-19 ha contribuito a far aumentare l’interesse e la vendita di alcune categorie di prodotti che prima non erano così popolari come gli immunostimolanti e gli antidepressivi. Funzionano? “Alcuni sì”, risponde Cicero. “Al di là della questione mediatica, già prima del Coronavirus sapevamo che la vitamina D svolge un’azione immunostimolante e può ridurre il rischio di infezioni respiratorie. Inoltre, quando abbiamo identificato i soggetti che avevo risposto peggio al Covid, abbiamo rilevato che spesso trattandosi di anziani avevamo tendenzialmente un quadro di scadimento nutrizionale con un deficit di vitamina D”.

Rinforzare il sistema immunitario

Non solo: alcuni studi hanno dimostrato che l’ottimizzazione dei livelli ematici di vitamina D spesso si associava ad una migliore prognosi tra i pazienti ricoverati per Covid19. “Purtroppo, durante la prima fase della pandemia gli anziani messi peggio non si potevano recuperare con gli integratori ma serviva il farmaco con dosaggi più elevati di vitamina D”, spiega Cicero. “Ma è probabile che, dalla seconda ondata in poi, una supplementazione a pioggia di vitamina D sulla popolazione generale avrebbe potuto proteggere il sistema immunitario, meglio se basata sui livelli rilevati nel sangue per tarare al meglio il dosaggio che dovrebbe essere di 1000 Unità al giorno e per i più carenti anche 2.000”. E chi assume integratori per prepararsi al vaccino anti-Covid o evitare eventuali effetti collaterali fa bene? “Non c’è nessun integratore che riesca a prevenire eventuali effetti collaterali dei vaccini. È inutile anche bombardarsi con immunostimolanti perché nessuno sa quanto tempo prima bisognerebbe assumerli e per quanto tempo bisognerebbe continuare”.

In gravidanza

Una delle fasi della vita durante la quale si prendono integratori è per la donna quella della gravidanza. “L’unico integratore che viene sempre e comunque prescritto in gravidanza, anche se l’alimentazione è impeccabile, è quello di acido folico, fondamentale nella sintesi del Dna e dell’Rna”, spiega Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico della Fondazione Umberto Veronesi. “Nelle prime settimane di gestazione si hanno gli importantissimi passaggi che permettono all’ovocita fecondato di diventare embrione, tra cui la costituzione di tre ‘fogli’ separati di cellule che daranno origine alle varie componenti del corpo. Il foglietto più esterno, l’ectoderma, formerà le strutture di rivestimento come la pelle e quelle nervose. La parte che darà origine a cervello e midollo spinale prende il nome di tubo neurale. Una carenza di acido folico è stata associata a un aumento delle malformazioni del tubo neurale, che possono portare conseguenze molto gravi per il feto”. Integratori per gli intolleranti Tra coloro che possono effettivamente aver bisogno di questi prodotti ci sono gli intolleranti al lattosio. Per loro che non riescono a digerire il lattosio sono molto utili gli integratori di lattasi per concedersi uno strappo alla regola o quando non sono sicuri di ciò che si accingono a mangiare. Come specifica l’Associazione Aili, questi integratori possono contenere la lattasi sotto forma di betagalattosidasi oppure lattasi ottenuta da batteri lattici, muffe e lieviti (ad esempio il più comune è Aspergyllus). Generalmente l’enzima deve essere assunto tra 5 e 30 minuti prima del pasto contenente lattosio. La durata d’azione è soggettiva, dipende dal proprio tempo di svuotamento gastrico che a sua volta dipende da vari fattori come se il cibo è solido o liquido, dalla combinazione degli alimenti, dal tipo di alimento se ricco di grassi o di zuccheri o di carboidrati, dalla propria velocità di masticazione, dall’acidità di stomaco e dalla motilità intestinale ecc.

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