Gli integratori, alleati del benessere psicofisico degli italiani, risorsa per le strategie di prevenzione dei sistemi sanitari
INTRODUZIONE
Il benessere parte da un’alimentazione bilanciata e completa e da un’adeguata attività fisica. Quando ciò non è sufficiente, una strategia di immunoprotezione può derivare da integrazioni mirate, per le quali esistano prove convincenti di efficacia e di sicurezza.
In particolare, il Covid-19 ha “introdotto” circa 1 italiano su 10 all’assunzione degli integratori: il 58% dei consumatori, dichiara di utilizzarli come misura preventiva, per cercare di preservare lo stato di salute e l’efficienza del sistema immunitario. In effetti, il ricorso ad alcune categorie di integratori alimentari può rappresentare un modo efficace per sostenere la funzione immunitaria stessa.
COMPORTAMENTI DI CONSUMO DURANTE LA PANDEMIA
La pandemia ha puntato i riflettori sul tema salute, indagata mai come quest’anno sotto molteplici punti di vista. Tra questi, di particolare interesse una recentissima indagine, realizzata dalla società di ricerche Kantar per conto dell’associazione confindustriale Integratori Italia, che ha analizzato il rapporto tra italiani e integratori alimentari. Interessanti evidenze dalla ricerca: per quasi 6 italiani su 10 prevenzione e supporto per uno stile di vita bilanciato sono le principali motivazioni d’acquisto; i connazionali consumano integratori in via preventiva per rafforzare il sistema immunitario mentre le principali aree di intervento, , sono legate a stress, stati d’ansia, problemi legati al sonno.
La ricerca evidenzia come la preoccupazione sanitaria abbia portato non tanto a un cambiamento nelle modalità di acquisto quanto a una maggiore attenzione alla salute: il consumatore ha aumentato la regolarità di assunzione, utilizza gli integratori in una logica di prevenzione ed è maggiormente attento anche alla salute dei suoi famigliari.
Tra le categorie su cui gli italiani si sono maggiormente concentrati, come probabile effetto della pandemia e del conseguente periodo di stress dovuto all’isolamento forzato, ci sono soprattutto integratori in grado di aiutarli come fonte di sollievo psico-fisico. Farmacie e parafarmacie registrano infatti un enorme balzo a due cifre nella vendita di integratori per combattere l’insonnia e aiutare il benessere mentale (+59,2%)1.
Tra gli intervistati, coloro che consumavano gli integratori anche prima della pandemia (l’88%) mostrano una maggiore consapevolezza e attenzione alla propria salute rispetto ai “nuovi consumatori”, che si traduce principalmente in un aumento della regolarità di assunzione, in una maggiore prevenzione e nell’estensione agli altri membri della famiglia di questo comportamento d’uso.
Infine, ma non per ultimo, i dati disegnano un quadro che vede i nostri connazionali attenti, responsabili e consapevoli in tema di utilizzo degli integratori.
INVECCHIARE IN SALUTE: LE SFIDE DEI MODERNI SISTEMI SANITARI
Con una spesa sanitaria in continua espansione, i governi stanno cercando di attuare politiche che possano ridurre i costi sanitari e migliorare il benessere della popolazione, a fronte di un progressivo invecchiamento della popolazione stessa. È indispensabile quindi individuare nuove strategie di prevenzione e indubbiamente uno dei punti di partenza per il mantenimento di uno stato di salute è rappresentato da una corretta alimentazione.
Negli ultimi anni l’incidenza delle patologie neurodegenerative, e in particolare la malattia di Alzheimer, sta aumentando in maniera esponenziale nei Paesi industrializzati, e anche in quelli in via di sviluppo.
Identificare nuove strategie di prevenzione anche in questa area rappresenta una reale urgenza socio-sanitaria.
Ecco quindi che una delle grandi sfide del settore oggi è rispondere efficacemente alla domanda: è possibile, attraverso adeguate strategie di supplementazione, sostenere la fisiologia cerebrale?
Ma qui lascio la parola al professor Scapagnini per introdurre il tema del ruolo degli integratori alimentari per un invecchiamento in salute.
BENESSERE MENTALE E COGNITIVO E SUPPLEMENTAZIONE
Il cervello è probabilmente l’organo del nostro corpo maggiormente esposto ai danni dell’invecchiamento (ref 1). L’alto metabolismo energetico, le scarse difese antiossidanti costitutive e l’incapacità rigenerativa dei neuroni, lo rendono particolarmente suscettibile a fenomeni degenerativi indotti da infiammazione e stress ossidativo.
È possibile, attraverso adeguate strategie nutraceutiche, supportare la fisiologia cerebrale, promuovere un mantenimento delle funzioni cognitive nel tempo, ridurre i danni ossidativi a livello neuronale ed evitare un invecchiamento patologico.
Tuttavia, i limiti della possibilità di valutare l’efficacia di una sostanza nutrizionale sul cervello sono spesso intrinseci allo studio stesso, poiché il cervello è un tessuto difficile da esaminare in termini di biomarcatori attendibili e, soprattutto per quanto riguarda prevenzione di malattie neurodegenerative e comportamentali, richiede studi con tempi di valutazione lunghissimi e un numero di partecipanti molto elevato.
RUOLO DELLE VITAMINE
Oltre al glucosio, da cui dipendono le funzioni cerebrali, molti altri nutrienti essenziali risultano fondamentali per una corretta fisiologia neuronale, come la maggior parte delle vitamine, in particolare quelle del gruppo B.
La vitamina B6 aiuta a modulare la sintesi della serotonina e norepinefrina ed è coinvolta nella formazione della guaina che riveste le fibre nervose. La vitamina B12 interviene nella regolazione delle funzioni neuronali e un suo deficit causa perdita di memoria e concentrazione, disturbi dell’umore e demenza (ref 2)
GLI ACIDI GRASSI
Le due principali classi di acidi grassi polinsaturi sono gli acidi grassi omega-3 e omega-6, il cui consumo derivante da alimenti e / o integratori alimentari è l’unico modo pratico per aumentare i livelli nel corpo (ref 3).
Gli omega-3, e in particolare l’acido docosoesanoico (DHA), svolgono un ruolo fondamentale per la fisiologia del cervello, condizionando aspetti della plasticità neuronale, del metabolismo cellulare e della modulazione dei processi infiammatori.
Un adeguato consumo di omega-3, oggetto di numerose ricerche scientifiche, suggerisce che essi abbiano un’importante funzione di protezione di numerose patologie neurodegenerative, dall’Alzheimer alla sclerosi laterale amiotrofica (ref 4).
Molti studi osservazionali hanno associato la quantità di pesce nella dieta, l’assunzione di omega 3 e alti livelli di omega 3 nel sangue con una ridotta incidenza di Alzheimer, migliori funzioni cognitive e mantenimento del volume cerebrale.
FOSFOLIPIDI
I fosfolipidi sono i mattoni molecolari alla base della struttura delle membrane cellulari. La fosfatidilserina (PS) è il principale fosfolipide dell’organismo e si trova particolarmente concentrato nel cervello. La PS supporta numerose funzioni cellulari particolarmente importanti per il cervello.
Da un punto di vista nutrizionale la PS si trova in diversi alimenti di origine sia vegetale che animale, come la lecitina di soia, il krill o derivante da fonti animali. Nell’uomo un’integrazione con PS è risultata favorevole alle funzioni cognitive in soggetti anziani e affetti da lieve grado di demenza (ref 5).
L-ACETIL CARNITINA
Tra i composti endogeni non essenziali in grado di influenzare le funzioni cognitive e la fisiologia cerebrale un posto di rilievo appartiene alla L-acetil carnitina (LAC).
La supplementazione di LAC è stata proposta negli ultimi anni come un nutraceutico ad azione neuroprotettiva, grazie alla sua capacità di migliorare, a livello cerebrale, il metabolismo e la funzione mitocondriale (ref 6).
TEANINA
La l-Teanina (l-glutamiletilamide) è un amminoacido non proteico (cioè non serve a fare proteine) che si ritrova nelle piante del genere camelia, in particolare nella pianta usata per fare il tè. La l-teanina, a livello cerebrale, modula aspetti neurotrasmettitoriali, con influenze sui processi cognitivi, sulla memoria (ref 7), sul tono dell’umore (ref 8), In particolar modo la l-teanina agisce regolando i livelli cerebrali di GABA, provocando una sensazione di rilassamento e di benessere (ref 9).
ALIMENTI VEGETALI E PIANTE FITOTERAPICHE
Numerose sostanze “non nutrienti”, contenute in alimenti vegetali o in piante fitoterapiche, sono state oggetto di ricerche sperimentali e cliniche, in quanto potenzialmente efficaci nel promuovere aspetti della fisiologia e della funzione cerebrale. Pur essendo innumerevoli, la maggior parte dei fitochimici ad azione biologica ricadono in tre principali gruppi strutturali: fenoli, terpeni e alcaloidi. I fenoli sono i fitocomposti maggiormente studiati dalla ricerca scientifica. Sono note da anni le loro proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Queste sostanze sono in grado di stimolare la riparazione cellulare, di amplificare le difese antiossidanti endogene, di inibire in maniera specifica l’azione delle molecole infiammatorie. A livello cerebrale, la loro azione risulta particolarmente interessante in termini di neuroprotezione dai danni ossidativi e dall’infiammazione.
La Curcuma longa è una pianta del Sud-est asiatico, dal cui tubero si ricava la curcuma. La polvere e gli estratti di curcuma contengono numerose sostanze fitochimiche, soprattutto polifenoli, di cui i più abbondanti e caratteristici sono i curcuminoidi. Tra essi, la curcumina è la più studiata dalla scienza medica, e da anni sono note le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Sia il danno ossidativo che i processi infiammatori sono condizioni associate all’invecchiamento cerebrale patologico, in particolar modo nelle patologie neurodegenerative croniche quali la demenza di Alzheimer (ref 10). In tal senso l’utilizzo di una supplementazione a lungo termine con un composto come la curcumina, in grado di modulare efficacemente stress ossidativo e infiammazione, è stato ampliamente esplorato dalla ricerca scientifica (ref 11).
Il cacao contiene numerose sostanze fitochimiche, prevalentemente teobromina e caffeina, ed è una ricca fonte di composti polifenolici con un’elevata quantità di flavonoidi, in particolare flavanoli. Sulla base degli studi è stato possibile dimostrare che l’assunzione di flavanoli del cacao è in grado di regolare e migliorare le funzioni vascolari dell’organismo.
Il Gingko biloba (GB) ha una tradizione millenaria come rimedio salutistico nella medicina cinese, utilizzato in tutto il mondo per preparazioni erboristiche e farmaceutiche con diverse indicazioni. Come integratore, il GB è ampiamente utilizzato contro i disturbi di memoria e per le condizioni che, soprattutto durante la terza età, sono associate alla riduzione del flusso di sangue al cervello.
La Bacopa monnieri è una pianta acquatica indiana, tradizionalmente utilizzata nel sistema medico ayurvedico per migliorare memoria e processi cognitivi, e per promuovere la longevità. In studi condotti su animali ha dimostrato una potenziale attività neuroprotettiva, una rilevante capacità di migliorare aspetti legati ad apprendimento e memoria, e una significativa attività antiossidante.