Integratori alimentari nella prevenzione delle malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus cerebrale rappresentano la principale causa di invalidità e di morte.

Si tratta di malattie a genesi tipicamente multifattoriale particolarmente diffuse nei paesi industrializzati come l’Italia. Le prevalenze delle malattie cardiovascolari raggiungono il 50% o più della popolazione oltre i 60 anni d’età.

Tra i fattori di rischio si annoverano l’ipercolesterolemia, l’ipertensione e il sovrappeso, molto diffusi nella popolazione adulta.

La prevenzione delle malattie cardiovascolari pone pertanto la specifica necessità di ridurre i fattori di rischio. Un aiuto a tal proposito può provenire dagli integratori alimentari, un settore in larga crescita, secondo i dati di QuintilesIMS. L’integrazione in farmacia, parafarmacia e GDO ha mantenuto una crescita del 4,2 a volumi nel 2016 (6,2% in valori).

Uso di integratori alimentari nella prevenzione delle malattie cardiovascolari

In particolare, tra i prodotti più utilizzati  nell’area della riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari, ci sono gli integratori a base di:

  • riso rosso fermentato,
  • beta-glucani,
  • berberina
  • omega 3.

Secondo QuintilesIMS, i medici di base, i cardiologi e altri specialisti consigliano l’utilizzo di  questi prodotti. Sono circa 500.000 le indicazioni fornite nel 2016, di cui 300.000 per il riso rosso fermentato e 158.000 di prodotti a base di Omega3 per disturbi cardiovascolari, principalmente in presenza di malattie del metabolismo lipoproteico e ipertensione.

Andrea Poli, direttore Scientifico di NFI (Nutrition Foundation of Italy), all’interno della Review scientifica sugli integratori alimentari di Integratori Italia – AIIPA, ha dichiarato:

«È ragionevole assumere (pur in assenza, per la maggior parte di questi prodotti, di studi di intervento controllati) che un uso protratto nel tempo di integratori alimentari consentirà di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari nei soggetti che li assumono».

I fitosteroli o steroli vegetali

«I fitosteroli – continua Andrea Poli – o steroli vegetali competono con i meccanismi intestinali di assorbimento del colesterolo. Determinano una riduzione del 9/10% del colesterolo LDL che, se protratta nel tempo, indurrà un calo di analoga ampiezza della probabilità di incorrere in un evento cardiovascolare maggiore (infarto miocardico fatale o non fatale)».

La berberina

La berberina è un alcaloide contenuto in alcuni vegetali della famiglia delle Berberidaceae.

«La berberina – puntualizza Poli – è caratterizzata da una significativa capacità di ridurre il colesterolo LDL e l’assorbimento intestinale di glucosio».

Il beta-glucano

I beta-glucani sono polisaccaridi costituiti da molecole di glucosio legate linearmente mediante legami glicosidici.

«Il beta-glucano, fibra insolubile presente in piccole quantità nei cereali e in alcuni funghi, e in quantità maggiori nell’orzo e nell’avena, ha dimostrato la capacità di ridurre il colesterolo LDL e influenzare favorevolmente la glicemia» spiega Andrea Poli.

Il riso rosso fermentato

Gli integratori a base di riso rosso fermentato contengono una molecola ad attività inibitoria sulla sintesi epatica del colesterolo.

Uno studio clinico randomizzato condotto in Cina su una popolazione di circa 5.000 soggetti, di cui circa 1.400 di età adulta o avanzata (da 65 a 75 anni all’arruolamento), con un pregresso evento coronarico come l’infarto, ha documentato la capacità del prodotto di ridurre in maniera statisticamente significativa e clinicamente rilevante gli eventi coronarici fatali e non fatali, gli ictus cerebrali e la mortalità per qualunque causa (-31%, -44% e -32%).

Questi integratori sono ormai molto popolari sul mercato italiano.

Gli omega-3

«Un discorso a parte – conclude Andrea Poli – meritano gli integratori a base di grassi polinsaturi della famiglia degli omega-3. Questi svolgono azioni varie ed integrate, essenziali sia per il normale sviluppo di organi e tessuti (specie la retina, il cervello, il cuore) sia per una loro corretta funzionalità. Hanno anche effetti nella prevenzione cardiovascolare e di alcune condizioni patologiche molto diffuse».

http://www.notiziariochimicofarmaceutico.it/2017/02/10/integratori-alimentari-nella-prevenzione-delle-malattie-cardiovascolari/

Concluso con grande soddisfazione il corso Farmintegra sugli integratori in farmacia

La comunicazione al cliente chiave del successo e valore distintivo per la farmacia. Numerose adesioni dei farmacisti al progetto formativo realizzato da Federfarma e Integratori Italia – AIIPA

Si è concluso a dicembre 2016, dopo due anni, il  corso ECM on-line FARMINTEGRA per farmacisti titolari di farmacia e loro collaboratori, nato dalla collaborazione INTEGRATORI ITALIA/FEDERFARMA. Al progetto hanno partecipato quasi 4.000 professionisti della farmacia, un numero che conferma il bisogno di formazione da parte del farmacista che INTEGRATORI ITALIA e FEDERFARMA  hanno saputo intercettare. Il corso è stato offerto gratuitamente a tutti i titolari di farmacia aderenti a Federfarma e ai loro collaboratori, FarmIntegra è nato dalla collaborazione tra le due associazioni che, per la prima volta insieme in un’iniziativa di questo tipo, hanno messo a disposizione esperti, conoscenze e competenze, consapevoli della crescente esigenza di informazioni qualificate da parte di consumatori sempre più evoluti, consapevoli anche del ruolo strategico di consulente per il benessere personale rivestito oggi dal Farmacista in Farmacia, principale fonte di consiglio nella scelta degli integratori alimentari e dei prodotti per il benessere.

Annarosa Racca, presidente di Federfarma osserva: “Sono molto soddisfatta della risposta dei colleghi che hanno aderito all’iniziativa numerosi e con entusiasmo. La farmacia in questi anni ha sviluppato una grande attenzione nei confronti della nuova domanda di salute della popolazione. Ha ampliato la gamma dei prodotti e dei servizi offerti, è impegnata quotidianamente sul fronte della prevenzione e del consiglio per la salute. Il paziente che cerca di mantenere e migliorare il proprio benessere psico-fisico trova quindi nella farmacia un punto di riferimento importante. E’ fondamentale che il farmacista e i suoi collaboratori siano adeguatamente preparati a dare un consiglio qualificato, orientando il cliente sul prodotto più indicato e sappiano fornire tutte le indicazioni  sulle interazioni tra integratori e farmaci. Il corso FAD è stata la prima e proficua iniziativa di collaborazione con  INTEGRATORI ITALIA: puntiamo a consolidare il rapporto con ulteriori attività congiunte nell’ottica di valorizzare il ruolo della farmacia nella corretta informazione al consumatore“ conclude Racca.

Alessandro Colombo, Presidente di INTEGRATORI ITALIA, così commenta la conclusione dei lavori:  “Il successo di questa innovativa iniziativa congiunta Federfarma/Integratori Italia-AIIPA conferma due importanti aspetti: da un lato il crescente interesse da parte dei consumatori, e quindi della Farmacia e dei Farmacisti nei confronti del tema “benessere” e di conseguenza verso questa  classe di prodotti  (che infatti da diversi  anni ha dimostrato una costante crescita raggiungendo una dimensione di giro d’affari tra le più importanti nell’area dei prodotti a libera vendita) ; dall’altro , l’importanza  di un continuo aggiornamento scientifico e di corretta gestione sul punto vendita del variegato mondo degli Integratori Alimentari da parte di chi non solo distribuisce questa tipologia di prodotti, ma – come il Farmacista – vuole sempre affiancare un consiglio qualificato al loro uso”. Per questo motivo che Integratori Italia ha proposto a Federfarma questo percorso multidisciplinare per i propri associati, e siamo molto soddisfatti del risultato di questa prima attività di partnership”.

I contenuti del progetto sono stati sviluppati in collaborazione con la prof.ssa Paola Minghetti, del Dipartimento Scienze Farmaceutiche Università di Milano, il prof. Michele Carruba, Dipartimento di Biotecnologie Mediche della stesa Università, e IMS Health (oggi QuintilesIMS), curatori del primo modulo formativo – il mercato in farmacia e negli altri canali, la nuova legislazione italiana e europea, le principali classi di integratori e i benefici dimostrati. Un team di esperti della Società di Consulenza Shackleton Consulting ha invece curato gli aspetti dedicati alle tecniche di comunicazione e gestione efficace degli integratori in farmacia.

“Un ulteriore passo avanti – conclude Colombo – nella comprensione dell’universo degli integratori alimentari, per supportare il counselling del Farmacista e aiutare il Consumatore nel fare scelte sempre più consapevoli e informate per il proprio benessere”.

https://www.federfarma.it/Edicola/Comunicati-stampa/30-01-2017-12-57-05.aspx

Federfama, concluso corso Farmintegra su integratori in Farmacia

Il corso FAD è stata la prima e proficua iniziativa di collaborazione con INTEGRATORI ITALIA: puntiamo a consolidare il rapporto con ulteriori attività congiunte nell’ottica di valorizzare il ruolo della farmacia nella corretta informazione al consumatore“ conclude Racca – Alessandro Colombo, Presidente di INTEGRATORI ITALIA, così commenta la conclusione dei lavori: “Il successo di questa innovativa iniziativa congiunta Federfarma/Integratori Italia-AIIPA conferma due importanti aspetti: da un lato il crescente interesse da parte dei consumatori, e quindi della Farmacia e dei Farmacisti nei confronti del tema “benessere” e di conseguenza verso questa classe di prodotti  (che infatti da diversi  anni ha dimostrato una costante crescita raggiungendo una dimensione di giro d’affari tra le più importanti nell’area dei prodotti a libera vendita). Dall’altro, l’importanza  di un continuo aggiornamento scientifico e di corretta gestione sul punto vendita del variegato mondo degli Integratori Alimentari da parte di chi non solo distribuisce questa tipologia di prodotti, ma – come il Farmacista – vuole sempre affiancare un consiglio qualificato al loro uso”. Per questo motivo che INTEGRATORI ITALIA ha proposto a Federfarma questo percorso multidisciplinare per i propri associati, e siamo molto soddisfatti del risultato di questa prima attività di partnership”. I contenuti del progetto sono stati sviluppati in collaborazione con la prof.ssa Paola Minghetti, del Dipartimento Scienze Farmaceutiche Università di Milano, il prof. Michele Carruba, Dipartimento di Biotecnologie Mediche della stesa Università, e IMS Health (oggi QuintilesIMS), curatori del primo modulo formativo – il mercato in Page 2 farmacia e negli altri canali, la nuova legislazione italiana e europea, le principali classi di integratori e i benefici dimostrati. Un team di esperti della Società di Consulenza Shackleton Consulting ha invece curato gli aspetti dedicati alle tecniche di comunicazione e gestione efficace degli integratori in farmacia. “Un ulteriore passo avanti – conclude Colombo – nella comprensione dell’universo degli integratori alimentari, per supportare il counselling del Farmacista e aiutare il Consumatore nel fare scelte sempre più consapevoli e informate per il proprio benessere”.

http://primapaginanews.it/dettaglio_news_hr.asp?ctg=10&id=369069

Gli integratori di vitamina D servono davvero per prevenire fratture e malattie?

Uno studio mette in dubbio l’efficacia dei supplementi per la prevenzione di problemi muscoloscheletrici. Gli integratori possono servire solo a chi è ad alto rischio di deficit perché ha gravi sindromi da malassorbimento o si espone pochissimo alla luce solare

Non è una semplice vitamina ma, come si è scoperto in questi ultimi anni, una sorta di ormone che modula l’attività del sistema immunitario e non solo: la vitamina D è diventata perciò protagonista di studi in cui si è accertata una correlazione fra bassi livelli nel sangue e innumerevoli patologie, da quelle cardiovascolari alle metaboliche, da malattie neurologiche come la sclerosi multipla a problemi respiratori come l’asma. Non c’è quasi condizione in cui non si sia osservato un calo della vitamina D e da qui a consigliare l’integrazione quasi a tutti il passo è stato breve; oggi però uno studio pubblicato sul British Medical Journal “smonta” la raccomandazione spiegando che non ci sono sufficienti dati per ipotizzare benefici consistenti dai supplementi di vitamina D come prevenzione di fratture o problemi cardiovascolari o potenziamento del sistema immunitario.

Meglio la vitamina D «naturale»

I ricercatori sottolineano come oggi in alcuni Paesi il 30-50 per cento della popolazione anziana assuma regolarmente integratori di vitamina D, anche sulla scia di raccomandazioni come quelle dell’agenzia governativa Public Health England che consiglia di introdurne almeno 10 microgrammi al giorno per proteggere muscoli e ossa. Tuttavia, analizzando la mole di sperimentazioni sull’argomento, la certezza di un effetto preventivo sembra non esserci: «Sono state pubblicate oltre 50 metanalisi sull’integrazione di vitamina D e gli effetti su cadute e fratture, alcune riferiscono piccoli vantaggi, altre nessuno. E se si considerano tutte le sperimentazioni randomizzate e controllate sul tema (ovvero gli studi condotti secondo i criteri più rigorosi, ndr) gli effetti sulla densità ossea, le cadute e le fratture sono nulli – scrivono gli autori –. L’associazione della vitamina D al calcio sembra positiva in casi specifici, come donne anziane in strutture residenziali con grosse carenze vitaminiche; nella maggior parte delle tante patologie non muscoloscheletriche in cui si è verificato un deficit di vitamina D, i dati raccolti a oggi non consentono di trarre conclusioni certe sui possibili benefici dei supplementi». I dati positivi, secondo i ricercatori, arrivano da studi di osservazione meno “forti” per arrivare a un verdetto sicuro e anche le sperimentazioni in corso non sembrano poter cambiare le carte in tavola. Morale, gli integratori possono servire solo a chi è ad alto rischio di deficit perché per esempio ha gravi sindromi da malassorbimento o si espone pochissimo alla luce solare; anche in questi casi peraltro non bisogna mancare di intervenire soprattutto con le modifiche di dieta e stile di vita.

Quando serve allora l’integrazione?

La posizione dei ricercatori inglesi è chiara, i supplementi servono solo quando c’è una carenza “conclamata”. Il punto è che tanti europei, complice il cambiamento dello stile di vita, sarebbero a rischio deficit stando a numerosi studi epidemiologici: alcune stime si spingono a ipotizzare un 70 per cento della popolazione con bassi livelli di vitamina D, dati più certi dovrebbero arrivare a breve dal progetto europeo ODIN ma secondo molti non c’è di che essere ottimisti. «Gli scarsi livelli di vitamina D dipendono soprattutto da insufficienti meccanismi di sintesi da parte dell’organismo e possono avere conseguenze importanti sulla probabilità di rachitismo e osteoporosi – osserva Franca Marangoni di Nutrition Foundation of Italy, fra gli autori della prima Revisione scientifica sull’integrazione alimentare sulla base delle evidenze scientifiche condotta in Italia, pubblicata a giugno scorso da Integratori Italia – AIIPA –. Molte ricerche indicano che l’apporto di vitamina D, le cui fonti alimentari sono piuttosto limitate, è inadeguato specie nelle zone geografiche e nei periodi dell’anno meno soleggiati. L’adozione di uno stile alimentare vario ed equilibrato, soprattutto in persone fisicamente attive, è sufficiente a garantire alla popolazione generale sana tutti i nutrienti necessari; tuttavia sempre più dati indicano che occorre fare attenzione alla copertura delle necessità nutrizionali anche nei Paesi industrializzati, perché le necessità non sono uguali per tutti e quando il fabbisogno aumenta o lo stile di vita e la dieta non sono adeguati l’integrazione è una strada sicura e utile da percorrere».

Attenzione specifica alle donne

Il problema maggiore è la scarsità di vitamina D negli alimenti che si rivela «pericolosa» soprattutto nel sesso femminile, come sottolinea anche Vincenzo De Leo, ginecologo dell’università di Siena: «Pochi cibi sono una fonte adeguata di vitamina D, come il pesce azzurro, il tuorlo d’uovo, le noccioline e alcuni funghi. Questa vitamina però, giocando un ruolo chiave nella regolazione del metabolismo del calcio e del fosforo, ha un ruolo fondamentale nel metabolismo osseo ed è essenziale perciò che le ragazzine non sviluppino deficit: vanno valutate le variazioni stagionali di esposizione al sole, per cui ogni Paese dovrebbe considerare la situazione locale ed eventualmente promuovere una supplementazione per le adolescenti durante l’inverno. L’integrazione è utile poi in pre-menopausa, per contrastare il rischio di sviluppare osteoporosi e quindi di fratture, e ancora di più durante la post-menopausa quando la fragilità ossea aumenta». In alcune situazioni, in altri termini, l’integrazione può e deve essere presa in considerazione e lo scetticismo a tutto campo può essere perfino pericoloso, come ha sottolineato David Richardson, nutrizionista dell’università di Reading: «Non valutare i livelli di vitamina D in fasi critiche come l’infanzia, l’adolescenza, l’età fertile femminile e negli anziani può avere serie conseguenze di salute pubblica nel lungo termine: abbiamo sempre maggiori prove che indicano un’alta prevalenza della carenza di vitamina D in molti Paesi».

http://www.corriere.it/salute/16_novembre_25/gli-integratori-vitamina-d-servono-davvero-prevenire-fratture-malattie-4c187dee-b2ee-11e6-9af6-b0162a8cf2f3.shtml

Berberina, un alleato per mantenere livelli normali di glicemia e colesterolo

Il 14 novembre è la Giornata Mondiale del Diabete: si calcola che in Italia oggi siano 3 milioni le persone con diabete di tipo 2, una patologia in veloce crescita sia nei Paesi avanzati, sia nei Paesi che hanno da poco iniziato il loro sviluppo economico.

Un’alimentazione sana e l’esercizio fisico rappresentano gli alleati più efficaci nella lotta all’iperglicemia e all’ipercolesterolemia: Integratori Italia – AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) sottolinea che un aiuto può arrivare anche dall’assunzione di integratori alimentari che contengono berberina, un alcaloide contenuto nella radice del biancospino, molto utilizzato anche dalla medicina tradizionale cinese.
La berberina è caratterizzata infatti da una significativa capacità di ridurre il colesterolo e di migliorare il profilo glicemico.

A questo proposito il dr. Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy, precisa: “Questa sostanza, agendo su una proteina denominata PCSK9, è in grado di aumentare la presenza dei recettori per il cosiddetto “colesterolo cattivo” (LDL) sulla superficie delle cellule del fegato, con una conseguente riduzione dei livelli delle LDL stesse nel sangue. La berberina agisce anche sui livelli del glucosio nel sangue (la glicemia), per la sua capacità di ridurre l’assorbimento intestinale di glucosio e di facilitarne la captazione a livello muscolare ed epatico” .

http://www.lenews.info/2016/11/22/berberina-un-alleato-mantenere-livelli-normali-glicemia-colesterolo/

Integratori: il futuro fra prevenzione e comunicazione

Dopo la pubblicazione della Review scientifica sull’integrazione alimentare “Stato dell’arte alla luce delle evidenze scientifiche”, abbiamo chiesto ad Alessandro Colombo, presidente di Integratori Italia- Aiipa (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) di fare il punto sui prossimi passi della ricerca.

La review ha fatto luce su molti aspetti. Quali ancora quelli su cui lavorerete?
Lavoreremo per promuovere le evidenze, che sono numerose, del ruolo degli integratori nella prevenzione delle malattie croniche legate all’invecchiamento della popolazione e i costi relativi: alcuni – dicono i dati di alcune simulazioni fatte in Europa – possono giocare un ruolo importante nel ridurre l’incidenza di queste patologie con un pesante impatto sociale. L’altro fronte è quello della comunicazione, in particolare per quanto riguarda le sostanze e i preparati vegetali (herbal) e i probiotici che, per motivi diversi, oggi ancora non possono vantare “claim”. In Italia godono di un atteggiamento proattivo da parte del Ministero: alcune indicazioni generiche, rispetto ai benefici, possono essere riportate sulle confezioni, ma a livello europeo, su questo tema è tutto bloccato.

Partendo dalle evidenze, quando l’operatore della salute può inserire gli integratori nella pratica?
Sono due le aree principali: una è quella della prevenzione a fronte di determinate situazioni che si teme potrebbero verificarsi. Ci sono infatti condizioni che beneficiano dell’assunzione di alimenti come gli integratori, che contengono sostanze con effetto funzionale in forma concentrata (per esempio sali minerali che, insieme a liquidi, aiutano a contrastare la spossatezza dovuta a disidratazione nelle stagioni più calde). L’altra area è quella del trattamento di stati sub clinici. Per esempio fitosteroli e riso rosso fermentato possono far rientrare livelli di colesterolo al limite, a valori fisiologici di sicurezza (quando le statine non sono ancora indicate).

Per quali sostanze c’è una maggiore evidenza di rischio di assunzione?
Bisogna premettere che in Europa c’è un buon livello di controllo. C’è un processo di verifica molto rigoroso. In Italia inoltre il sito di produzione deve essere preventivamente autorizzato e la composizione quali-quantitativa (l’etichetta) e, così come gli eventuali claim salutistici devono essere notificati al Ministero della Salute, che fa una verifica di congruità del prodotto rispetto alle attuali normative. Per quanto riguarda la sicurezza d’uso: non danno problemi se assunti secondo la posologia prevista. Ci possono essere delle interazioni di alcune sostanze (per esempio i principi attivi di alcune piante contenute negli integratori) soprattutto con alcuni farmaci per cui, in questi casi, è bene che l’utilizzatore ne parli prima con il proprio medico o farmacista.

http://www.nutrizione33.it/cont/attualita/articoli/29836/integratori-futuro-prevenzione-comunicazione.aspx#.WBM_atWLSUl

Integratori & Benessere su Facebook: Integratori Italia inaugura un nuovo canale di comunicazione.

Integratori & Benessere, il sito realizzato da Integratori Italia per parlare ai cittadini di integrazione alimentare, alimentazione e sani stili di vita, arriva anche su Facebook.

Lo spazio è stato realizzato per favorire il dialogo con i consumatori e contribuire alla diffusione di una cultura corretta dell’integrazione alimentare con contributi validati scientificamente, attualità, ricerche scientifiche, le opinioni e i consigli dei maggiori esperti in campo della nutrizione.

«Siamo in prima linea per comunicare il mondo degli integratori alimentari e del loro ruolo nei moderni stili di vita al fianco di operatori, farmacisti e comunità scientifica» ha commentato Alessandro Colombo, presidente di Integratori Italia «e rispondere sempre meglio ai crescenti bisogni informativi di un mercato evoluto e attento».

«Come evidenziato anche da una recente ricerca di GfK Eurisko sul tema» prosegue Alessandro Colombo «c’è tra i cittadini un elevato livello d’interesse ad avere informazioni sugli integratori: oltre quattro persone su dieci desiderano ricevere consigli e notizie, in particolar modo sui benefici per l’organismo, sui rischi e le controindicazioni, sul corretto utilizzo e sui diversi principi attivi».

Integratori Italia fa parte di AIIPA (l’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari), aderente a Confindustria, e rappresenta gli interessi del settore degli integratori in Italia. L’apertura della pagina Facebook Integratori & Benessere è coerente con la mission dell’associazione di favorire scelte consapevoli dei consumatori in ambito di nutrizione e supplementazione alimentare.

http://www.inpharmamag.it/2016/10/21/integratori-benessere-su-facebook/

Nasce la pagina Facebook “Integratori & benessere”

Nasce la pagina Facebook “Integratori & Benessere” come strumento di dialogo con i consumatori e condivisione di informazioni sul mondo degli integratori alimentari.

L’iniziativa, realizzata da Integratori Italia, rappresenta un ulteriore passo avanti nel dialogo continuativo con tutti gli stakeholder, che pone sempre e comunque il consumatore e il suo benessere al centro, per favorire la conoscenza e il corretto utilizzo dell’integratore.

Non è casuale che da una recente ricerca di GfK Eurisko per Integratori Italia sul tema emerga che tra sette italiani su dieci che hanno usato un integratore alimentare, ci sia un elevato livello d’interesse a ricevere informazioni: oltre quattro persone su dieci vorrebbero avere indicazioni su benefici, rischi e controindicazioni, sul corretto utilizzo e sui diversi principi attivi. Un fronte sul quale giocano un ruolo fondamentale, oltre al medico di medicina generale (53 per cento degli intervistati), il farmacista (49 per cento) e il web, decisamente in crescita con il 40 per cento di risposte.

http://www.pharmaretail.it/eventi/nasce-la-pagina-facebook-integratori-benessere/#.WA4K4I-LSUl

Integratori agli anziani? Risparmio di 1,3 miliardi di euro

Sanihelp.it – Un consumo regolare di integratori alimentari di Omega 3 nella popolazione over 55 anni può ridurre il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, determinando un risparmio ai sistemi sanitari europei di quasi 13 miliardi di euro l’anno. Oltre 1,3 miliardi di euro di risparmio in Italia.

L’Osservatorio di Integratori Italia di Aiipa segnala un dato emerso da uno studio realizzato dalla istituto di ricerca e consulenza Frost & Sullivan e commissionato da Food Supplements Europe. I ricercatori hanno studiato i benefici economici del consumo di integratori alimentari di Omega 3 EPA + DHA fra gli individui over 55, pari a 157,6 milioni di persone nella popolazione europea (il 31% del totale), considerato ad alto rischio di sviluppo di patologie cardiovascolari.

Si stima che in Unione europea, fra il 2016 e il 2020, il 24% della popolazione over 55 (cioè 38,4 milioni di persone) è a rischio di evento cardiovascolare con relativa ospedalizzazione, condizione il cui costo, nei 5 anni considerati, è pari a 34.637 euro per evento, per un totale di 1.328 miliardi di euro.

L’analisi indica che un consumo giornaliero più diffuso di 1.000 mg di olio di pesce con Omega 3 EPA + DHA (quantitativo difficilmente raggiungibile con la normale alimentazione) negli individui over 55 si tradurrebbe in oltre 1,5 milioni di ricoveri per eventi cardiovascolari in meno in tutta l’UE da adesso fino al 2020, generando un risparmio totale di 64,5 miliardi di euro, pari a 12,9 miliardi l’anno. Detraendo i costi per l’acquisto degli integratori di Omega 3, il risparmio netto ammonterebbe a circa 7,3 miliardi di euro.

http://www.sanihelp.it/news/24743/euro-miliardi-omega-risparmio-integratori/1.html

INTEGRATORI & BENESSERE ARRIVA SU FACEBOOK

Integratori Italia sceglie uno dei social network più diffusi per dialogare con tutti coloro che sono interessati ad avere approfondimenti nel settore degli integratori. La nuova pagina Facebook di Integratori&Benessere (https://www.facebook.com/integratoribenessere) è uno spazio, che ospita contenuti scientifici referenziati,  per diffondere sempre più la conoscenza e il corretto utilizzo degli integratori alimentari e favorire lo sviluppo di questo settore in Italia.

“Siamo in prima linea per comunicare il mondo degli integratori alimentari e del loro ruolo nei moderni stili di vita al fianco di operatori, farmacisti e comunità scientifica, e rispondere sempre meglio ai crescenti bisogni informativi di un mercato evoluto e attento” – ha dichiarato Alessandro Colombo, Presidente di Integratori Italia.

http://www.bellezzainfarmaciaonline.net/wp/?p=1152