Numerose le novità 2019, tra cui il ruolo del microbioma e gli integratori per l’età pediatrica
Milano, 12 novembre 2019 – Gli integratori alimentari sono diventati negli ultimi anni un elemento importante delle strategie individuali per il mantenimento del proprio benessere. Anche per questo, a tre anni di distanza dal successo della precedente edizione, Integratori Italia di Unione Italiana Food, l’associazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta in Italia il settore degli integratori alimentari e dei prodotti salutistici, ha presentato oggi la nuova “Review scientifica sull’integrazione alimentare: evidenze dalla ricerca scientifica e nuove frontiere di sviluppo”, che ha riunito alcuni tra i maggiori esperti italiani sul tema della nutrizione e della salute. L’opera è stata realizzata in collaborazione con Edra.
In questi tre anni sono stati numerosi e significativi gli studi della ricerca sperimentale e clinica sulle diverse sostanze presenti negli alimenti e negli integratori, sia per specifiche esigenze, sia per tutti i periodi della vita: infanzia, età adulta della donna e dell’uomo.
Sono stati aggiornati e arricchiti i capitoli della passata edizione: emerge l’importanza della connessione tra le caratteristiche individuali delle persone e l’alimentazione, all’interno della quale possono trovare posto gli integratori; si conferma l’attenzione dell’Italia per i prodotti a base di piante; vengono presentate le nuove frontiere di ricerca sull’utilizzo dei probiotici, che vedono l’Italia impegnata in prima linea con oltre 800 articoli pubblicati da autori italiani; sono confermati i benefici della supplementazione per tutte le fasi della vita della donna; si può contare su efficaci principi attivi per la gestione del profilo lipidico, a vantaggio del benessere cardiovascolare; gli integratori possono essere efficacemente affiancati alle strategie nutrizionali, per il mantenimento di una corretta funzione cognitiva.
A questi temi, nella nuova Review si sono aggiunti capitoli di grande attualità quali l’integrazione alimentare in età pediatrica, con un focus particolare sul tema dei giovani che praticano attività sportiva e le loro specifiche esigenze nutrizionali e la “rivoluzione del microbioma”, il cui buon funzionamento, anche grazie all’assunzione di probiotici, è alla base del mantenimento del benessere.
“Integratori Italia si impegna da anni in prima linea per una corretta e rigorosa comunicazione sul fronte degli integratori alimentari, ormai inseriti, insieme alla corretta alimentazione e agli stili di vita salutari, in una strategia a 360 gradi volta alla ricerca del benessere, dall’infanzia alla terza età” dichiara Alessandro Golinelli, Presidente di Integratori Italia. “La nostra missione è, infatti, contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità dell’integratori alimentare, per favorire scelte sempre più consapevoli del consumatore e per lo sviluppo di questo settore in Italia”.
La nuova edizione rappresenta un’ulteriore testimonianza, in questo senso, dell’impegno dell’associazione per una divulgazione seria, corretta e sostenuta da evidenze scientifiche, sia verso gli stakeholder, sia verso i consumatori; una missione che ci vede in prima linea anche nella collaborazione ormai continuativa con l’Unione Nazionale Consumatori”.
“Inoltre,” conclude Golinelli, “il mercato degli integratori è vivace e dinamico, come dimostrano recenti dati che testimoniano un aumento globale delle vendite superiore al 4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un valore complessivo sopra i 3,2 miliardi di euro[1]. Dati che evidenziano, da un lato, un’esigenza sempre più sentita di uno stile di vita improntato alla salute e al benessere, dall’altro un’offerta innovativa e di qualità che incontra il favore del consumatore”.
La Review potrà essere scaricata gratuitamente dal 13 novembre nella sezione ebook a catalogo del sito di Edra (www.edizioniedra.it) e sui principali store online.
Per ulteriori informazioni
Ufficio Stampa INTEGRATORI ITALIA – OPRG
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UNO SGUARDO PIÙ APPROFONDITO ALLA REVIEW
LA PERSONALIZZAZIONE DELLA NUTRIZIONE: IL RUOLO DEGLI INTEGRATORI
Le indagini più recenti condotte dall’OCSE e dall’ISTAT confermano che l’Italia è uno dei Paesi con la maggiore aspettativa di vita (80,8 anni per gli uomini e 85,2 per le donne). Questi dati evidenziano che l’obiettivo per gli anni a venire sarà garantire una vita più longeva e in buona salute. Condizione imprescindibile sarà quindi l’impiego di tutte le strategie possibili per ridurre la prevalenza delle malattie cronico-degenerative, prime cause di mortalità.
Dall’analisi del Global Burden of Disease, una raccolta di informazioni sulla salute degli abitanti di 195 Paesi condotta da più di 3500 ricercatori, si conferma la validità delle linee guida per una sana alimentazione, evidenziando un aspetto in qualche modo innovativo: promuovere l’apporto di specifici componenti favorevoli della dieta è probabilmente la strategia più efficace in termini di salute pubblica. “Un ambito molto esplorato oggi riguarda l’interazione tra alimentazione e pattern genetico: ormai si parla di personalizzazione della nutrizione, grazie alla nutrigenetica che ha reso possibile definire la corrispondenza tra quantità e qualità di nutrienti e DNA individuale e alla nutrigenomica che studia le correlazioni tra apporti alimentari e modificazioni genetiche” – afferma Franca Marangoni, Responsabile della Ricerca di Nutrition Foundation of Italy.
“Nell’ambito della nutrizione personalizzata è stato riproposto il ruolo degli integratori che, nelle condizioni di aumentato fabbisogno o di apporto inadeguato di nutrienti con la dieta, possono rappresentare una valida e sicura opportunità per favorire l’assunzione ottimale di uno o più sostanze e/o il sostegno di funzioni fisiologiche. Un esempio è il caso della vitamina D, la cui carenza è associata all’aumento del rischio di rachitismo e osteoporosi. Una delle possibili cause è il fatto che la maggior parte delle attività quotidiane sia degli adulti sia dei bambini venga svolta in ambienti chiusi anche nella bella stagione. L’assunzione di vitamina D tramite l’alimentazione o integratori specifici è solitamente sufficiente a eliminare i sintomi della carenza.”
I “BOTANICALS”, SCELTI DAGLI ITALIANI PER FUNZIONI DIGESTIVE, ATTIVITÀ TONICA E PROPRIETÀ RILASSANTI
I prodotti contenenti ingredienti a base di erbe (botanicals) trovano un largo consenso nella popolazione generale e sempre più entrano a far parte delle abitudini dietetiche quotidiane. Non solo: ad agosto 2018, l’Italia ha aggiornato la lista delle piante ammesse negli integratori alimentari, a conferma dell’interesse del nostro Paese per questa categoria. Patrizia Restani, Ordinario di Chimica degli Alimenti, Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università degli Studi di Milano dichiara: “L’indagine condotta dal Progetto PlantLIBRA, studio che ha coinvolto 2400 persone in 6 Paesi europei, ha consentito di ottenere numerosissime informazioni relativamente ai consumatori di integratori a base di piante. Le tre ragioni d’uso più citate in Italia in ordine decrescente sono funzioni digestive (19%), attività tonica-energetica (15%) e proprietà rilassanti (11,5%). Tra le prime piante più presenti negli integratori, segnalati dai consumatori Italiani, ci sono l’aloe, il finocchio, la valeriana e il ginseng”.
I PROBIOTICI, ORGANISMI VIVI AL SERVIZIO DELLA SALUTE
I probiotici, secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute all’ospite”. Si tratta di un settore che si muove fra un’intensa attività di ricerca clinico-scientifica e un quadro normativo variegato a seconda delle aree geografiche. Lorenzo Morelli, Direttore DiSTAS della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali di Piacenza, precisa: “Nel 2016 è stata pubblicata una nuova versione delle Linee guida relative alla presentazione dei dossier per l’approvazione di health claim sui probiotici concernenti il sistema immunitario, il tratto gastrointestinale e le difese contro i microrganismi patogeni. Inoltre, negli ultimi 5 anni, sono stati pubblicati più di 800 articoli da autori italiani concernenti l’uso di probiotici, e di questi un centinaio sono studi clinici, confermando una posizione di primo piano per la ricerca italiana. Nuovi ceppi sono allo studio, appartenenti sia a specie già in uso, sia a specie meno note, aprendo quindi nuove prospettive di sviluppo e nuovi settori d’applicazione, come la salute microbiologica del cavo orale, la salute dell’apparato uro-genitale dell’uomo e della donna o l’eradicazione dell’Helicobacter pylori. In alcuni casi si tratta di un vero e proprio supporto all’efficacia della terapia, in molti altri di un effetto antidolorifico, mediato dall’interazione dei batteri con specifici recettori intestinali.”
LA “MICROBIOMA REVOLUTION”
Negli ultimi anni, grazie all’avvento di nuove tecnologie in grado di analizzare batteri e altri microbi con metodi indipendenti dalla coltura, ma basati sulla caratterizzazione genetica, abbiamo assistito a una vera rivoluzione del microbiota, intesa come lo studio approfondito delle comunità microbiche presenti su tutte le superfici mucose, in primis il tratto gastrointestinale, ma anche i polmoni, il tratto genitourinario e la cute. “Il microbiota intestinale, di fatto, contiene la parte variabile del nostro genoma, che rende possibile quindi l’adattamento alle perturbazioni esterne” dichiara Antonio Gasbarrini, Ordinario di Gastroenterologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. “Un’importante caratteristica del microbioma (cioè dell’insieme dei geni del microbiota), è la grande diversità tra gli individui, caratteristica che lo distingue nettamente dal nostro patrimonio genetico tradizionalmente inteso. Il genoma umano possiede un’identità del 99,9% tra diversi individui, mentre il microbioma intestinale ha una diversità tra individui che arriva all’80-90%. Per questa caratteristica, il microbioma potrà essere molto più utile nell’ambito di una medicina personalizzata”. La disbiosi, l’alterazione dello stato fisiologico del microbiota, porta a un’alterazione di tutta la barriera, configurando un intestino iper-permeabile, che lascia “filtrare” più di quanto dovrebbe, esponendo le cellule del sistema immunitario a un maggior contatto con frammenti microbici o derivanti dal cibo che possono così essere la base di molti stati patologici”.
L’utilizzo di probiotici per modulare il microbiota si basa sulla teoria che la specie probiotica introdotta interagisce positivamente con i microrganismi residenti nel nostro intestino, cooperando per il mantenimento della funzione della barriera intestinale in condizioni più o meno fisiologiche, come ad esempio durante l’assunzione di antibiotici, o ripristinandola a seguito di disbiosi.
“Inoltre, i probiotici sembrerebbero migliorare le risposte del sistema immunitario, la consistenza delle feci, i movimenti intestinali e la concentrazione di lattobacilli vaginali. Anche se oggi il mondo scientifico ha ancora molto da dirci sui probiotici disponibili sul mercato, la ricerca ha già ampliato gli orizzonti e il futuro si apre a nuovi scenari. Grazie alle tecniche di bioingegneria sarà possibile modificare ceppi probiotici attuali in modo da renderli veicoli di molecole utili a svolgere uno specifico obiettivo”.
GLI INTEGRATORI IN ETA’ PEDIATRICA, UTILI IN MOLTI CASI
Nel corso del 2018, in Italia si è registrato un incremento delle vendite nell’utilizzo degli integratori alimentari specifici per l’età pediatrica (Fonte: New Line, Ricerche di mercato). Domenico Careddu, Pediatra FIMP, Docente a contratto presso la Scuola di specializzazione in Pediatria, Università del Piemonte Orientale di Novara, nel presentare questo dato, espone alcuni esempi di supplementazione alimentare in età pediatrica, per i quali vi sono evidenze scientifiche ed un impiego consolidato. Nello specifico, “molti integratori a base di estratti vegetali e probiotici vengano impiegati nei bambini in situazioni cliniche per le quali non esistono trattamenti specifici, quali ad esempio i disturbi del sonno, le coliche gassose del lattante, la tosse, le infezioni respiratorie ricorrenti, per citare quelle più frequenti. Inoltre, esiste un ampio consenso internazionale sulla necessità di fornire per tutto il primo anno di vita una supplementazione di vitamina D a tutti i lattanti.”
Per i ragazzi che praticano sport, il discorso si fa più complesso: il fabbisogno energetico nel bambino deve tener conto della quota necessaria per la crescita e la maturazione corporea. È importante ribadire la necessità di valutare individualmente il bambino che fa sport, al fine di calcolare, in base all’attività effettivamente svolta, sia il suo fabbisogno calorico sia quello di macro, micronutrienti e liquidi. “Il supplemento di vitamine, oligoelementi e nutrienti può essere utile o necessario per ristabilire un apporto corretto e non per aiutare a vincere una gara. Esistono alcune discipline sportive che sono a maggior rischio di carenza di micronutrienti, dove a volte è richiesta una restrizione energetica o l’assunzione di determinati nutrienti. In questi casi, le sostanze a maggior rischio di carenza sono il calcio, le vitamine del complesso B, la vitamina D, la vitamina C, il ferro, lo zinco, il magnesio e il selenio.”
GLI INTEGRATORI, AL FIANCO DELLA DONNA, IN TUTTE LE FASI DELLA SUA VITA
Nel corso della vita la donna affronta diverse fasi di cambiamento fisiologico particolarmente delicate, in cui è necessario prestare particolare attenzione a soddisfare le necessità nutrizionali per mantenere una condizione di benessere generale. I principali cambiamenti sono rappresentati dalla comparsa del menarca (prima mestruazione), dal progressivo sviluppo osseo e muscolare durante l’adolescenza, da gravidanza e allattamento, precedute spesso da una fase di controllo della fertilità mediante l’utilizzo di contraccettivi orali, e infine, dalla delicata fase della menopausa, in cui il decremento degli estrogeni causa l’alterazione della funzione di molti sistemi della donna, in primis termoregolazione, stabilità vasomotoria e ritmo sonno-veglia.
“Tra le sostanze di maggiore efficacia per il trattamento di un disturbo invalidante come la dismenorrea, disturbo ginecologico che interessa circa il 60% delle donne, ci sono le vitamine B1 e E, gli acidi grassi omega-3 e, tra gli integratori a base di erbe, la cannella e il finocchio” dichiara Vincenzo De Leo, Direttore della Scuola di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Siena. “Per la menopausa, negli ultimi anni si sono affermati come terapie i fitoestrogeni, prodotti nutraceutici che, oltre a rappresentare una buona alternativa alla terapia ormonale sostitutiva, si sono dimostrati in grado di esercitare una spiccata attività antiossidante e antinfiammatoria. Un recente studio randomizzato giapponese ha dimostrato che gli isoflavoni hanno anche un effetto sui sintomi psicologici della menopausa.” Non solo: le diete a basso apporto calorico e quelle dimagranti, i disordini alimentari e la scelta di regimi vegetariani rendono la popolazione femminile ancora più a rischio di squilibri nutrizionali. La gravidanza e l’allattamento, inoltre, necessitano spesso di supporto nutrizionale per mantenere la salute della madre e del nascituro. “Gli studi sugli apporti nutrizionali evidenziano, nelle donne, la carenza cronica di alcuni elementi come ferro, acido folico, calcio, magnesio e di molte vitamine, sia durante il periodo adolescenziale sia in età adulta: elementi che possono essere integrati attraverso la supplementazione.”
GLI INTEGRATORI VICINI AL CUORE
Le malattie cardiovascolari su base aterosclerotica continuano a rappresentare nel mondo moderno una delle principali cause di invalidità e di morte. Si tratta di malattie a genesi tipicamente multifattoriale, alla cui comparsa contribuiscono molte condizioni, che la ricerca epidemiologica e clinica ha contribuito a identificare con chiarezza negli ultimi anni. La prevenzione delle malattie cardiovascolari, tipiche dell’età adulta o avanzata (la grande maggioranza degli eventi sia cardio sia cerebrovascolari colpisce infatti oltre i 60 anni, e nella popolazione femminile in genere oltre i 70) pone quindi la specifica necessità di controllare, mediante interventi appropriati, i fattori di rischio nel corso dell’età adulta, per evitare la comparsa di eventi che, una volta manifestati, comportano spesso una riduzione significativa della qualità di vita del soggetto colpito e un aumento del carico di lavoro e dei costi per i suoi caregiver. “L’inserimento nella dieta di alimenti arricchiti in fitosteroli o di integratori a base di queste molecole può quindi consentire di risolvere l’eccesso di rischio associato a modesti aumenti della colesterolemia LDL, uno dei principali fattori di rischio coronarico” dichiara Andrea Poli, Presidente di Nutrition Foundation of Italy. “Altre sostanze che inducono la riduzione della colesterolemia LDL sono il riso rosso fermentato, il beta-glucano, la berberina; differenti sono invece i meccanismi alla base degli effetti protettivi dei grassi polinsaturi della famiglia degli omega-3.”
GLI INTEGRATORI AL FIANCO DELLE FUNZIONI CEREBRALI
Il cervello è l’organo del corpo che invecchia più velocemente e in maniera più significativa rispetto a tutti gli altri tessuti dell’organismo. Negli ultimi anni l’incidenza delle patologie neurodegenerative, e in particolare la malattia di Alzheimer, sta aumentando in maniera esponenziale nei Paesi industrializzati, e anche in quelli in via di sviluppo. Gli ultimi dati presentati dall’Alzheimer Association parlano di una triplicazione dei casi di Alzheimer da oggi al 2050, e per quella data si prospetta che nel mondo occidentale un anziano su tre sarà affetto da questa patologia.
“La dieta mediterranea è la migliore strategia nutrizionale per mantenere una corretta funzione cerebrale” – affermano Giovanni Scapagnini, Ordinario di Nutrizione Umana e Sergio Davinelli, ricercatore di Biochimica Clinica, entrambi presso dell’Università degli Studi del Molise. “La principale risorsa energetica del cervello dipende dai livelli di glucosio disponibile: a questo si aggiungono molti altri nutrienti essenziali, fondamentali per una corretta fisiologia neuronale”. Questi sono la maggior parte delle vitamine, e in particolare quelle del gruppo B, gli acidi grassi polinsaturi omega-3, i fosfolipidi e numerose sostanze “non nutrienti” contenute in alimenti vegetali o in piante fitoterapiche, come la curcuma, il cacao, il ginko biloba. “Inoltre, ricordiamo che l’EFSA ha pubblicato le Linee guida per valutare l’efficacia di sostanze nutrizionali o derivate dal cibo sulle funzioni cerebrali. Sebbene tale documento non rappresenti, per stessa ammissione dell’EFSA, una guida esaustiva degli approcci per valutare in maniera attendibile il rapporto causa/effetto di una sostanza sulle funzioni cerebrali, è sicuramente un notevole passo avanti per impostare studi nutrizionali significativi in tale area.”
[1]Dati New Line Ricerche di Mercato, su canali distributivi di farmacia, parafarmacia e Grande Distribuzione Organizzata