Integratori alimentari nella prevenzione delle malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus cerebrale rappresentano la principale causa di invalidità e di morte.
Si tratta di malattie a genesi tipicamente multifattoriale particolarmente diffuse nei paesi industrializzati come l’Italia. Le prevalenze delle malattie cardiovascolari raggiungono il 50% o più della popolazione oltre i 60 anni d’età.
Tra i fattori di rischio si annoverano l’ipercolesterolemia, l’ipertensione e il sovrappeso, molto diffusi nella popolazione adulta.
La prevenzione delle malattie cardiovascolari pone pertanto la specifica necessità di ridurre i fattori di rischio. Un aiuto a tal proposito può provenire dagli integratori alimentari, un settore in larga crescita, secondo i dati di QuintilesIMS. L’integrazione in farmacia, parafarmacia e GDO ha mantenuto una crescita del 4,2 a volumi nel 2016 (6,2% in valori).
Uso di integratori alimentari nella prevenzione delle malattie cardiovascolari
In particolare, tra i prodotti più utilizzati nell’area della riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari, ci sono gli integratori a base di:
- riso rosso fermentato,
- beta-glucani,
- berberina
- omega 3.
Secondo QuintilesIMS, i medici di base, i cardiologi e altri specialisti consigliano l’utilizzo di questi prodotti. Sono circa 500.000 le indicazioni fornite nel 2016, di cui 300.000 per il riso rosso fermentato e 158.000 di prodotti a base di Omega3 per disturbi cardiovascolari, principalmente in presenza di malattie del metabolismo lipoproteico e ipertensione.
Andrea Poli, direttore Scientifico di NFI (Nutrition Foundation of Italy), all’interno della Review scientifica sugli integratori alimentari di Integratori Italia – AIIPA, ha dichiarato:
«È ragionevole assumere (pur in assenza, per la maggior parte di questi prodotti, di studi di intervento controllati) che un uso protratto nel tempo di integratori alimentari consentirà di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari nei soggetti che li assumono».
I fitosteroli o steroli vegetali
«I fitosteroli – continua Andrea Poli – o steroli vegetali competono con i meccanismi intestinali di assorbimento del colesterolo. Determinano una riduzione del 9/10% del colesterolo LDL che, se protratta nel tempo, indurrà un calo di analoga ampiezza della probabilità di incorrere in un evento cardiovascolare maggiore (infarto miocardico fatale o non fatale)».
La berberina
La berberina è un alcaloide contenuto in alcuni vegetali della famiglia delle Berberidaceae.
«La berberina – puntualizza Poli – è caratterizzata da una significativa capacità di ridurre il colesterolo LDL e l’assorbimento intestinale di glucosio».
Il beta-glucano
I beta-glucani sono polisaccaridi costituiti da molecole di glucosio legate linearmente mediante legami glicosidici.
«Il beta-glucano, fibra insolubile presente in piccole quantità nei cereali e in alcuni funghi, e in quantità maggiori nell’orzo e nell’avena, ha dimostrato la capacità di ridurre il colesterolo LDL e influenzare favorevolmente la glicemia» spiega Andrea Poli.
Il riso rosso fermentato
Gli integratori a base di riso rosso fermentato contengono una molecola ad attività inibitoria sulla sintesi epatica del colesterolo.
Uno studio clinico randomizzato condotto in Cina su una popolazione di circa 5.000 soggetti, di cui circa 1.400 di età adulta o avanzata (da 65 a 75 anni all’arruolamento), con un pregresso evento coronarico come l’infarto, ha documentato la capacità del prodotto di ridurre in maniera statisticamente significativa e clinicamente rilevante gli eventi coronarici fatali e non fatali, gli ictus cerebrali e la mortalità per qualunque causa (-31%, -44% e -32%).
Questi integratori sono ormai molto popolari sul mercato italiano.
Gli omega-3
«Un discorso a parte – conclude Andrea Poli – meritano gli integratori a base di grassi polinsaturi della famiglia degli omega-3. Questi svolgono azioni varie ed integrate, essenziali sia per il normale sviluppo di organi e tessuti (specie la retina, il cervello, il cuore) sia per una loro corretta funzionalità. Hanno anche effetti nella prevenzione cardiovascolare e di alcune condizioni patologiche molto diffuse».