Integratori: il futuro fra prevenzione e comunicazione

Dopo la pubblicazione della Review scientifica sull’integrazione alimentare “Stato dell’arte alla luce delle evidenze scientifiche”, abbiamo chiesto ad Alessandro Colombo, presidente di Integratori Italia- Aiipa (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) di fare il punto sui prossimi passi della ricerca.

La review ha fatto luce su molti aspetti. Quali ancora quelli su cui lavorerete?
Lavoreremo per promuovere le evidenze, che sono numerose, del ruolo degli integratori nella prevenzione delle malattie croniche legate all’invecchiamento della popolazione e i costi relativi: alcuni – dicono i dati di alcune simulazioni fatte in Europa – possono giocare un ruolo importante nel ridurre l’incidenza di queste patologie con un pesante impatto sociale. L’altro fronte è quello della comunicazione, in particolare per quanto riguarda le sostanze e i preparati vegetali (herbal) e i probiotici che, per motivi diversi, oggi ancora non possono vantare “claim”. In Italia godono di un atteggiamento proattivo da parte del Ministero: alcune indicazioni generiche, rispetto ai benefici, possono essere riportate sulle confezioni, ma a livello europeo, su questo tema è tutto bloccato.

Partendo dalle evidenze, quando l’operatore della salute può inserire gli integratori nella pratica?
Sono due le aree principali: una è quella della prevenzione a fronte di determinate situazioni che si teme potrebbero verificarsi. Ci sono infatti condizioni che beneficiano dell’assunzione di alimenti come gli integratori, che contengono sostanze con effetto funzionale in forma concentrata (per esempio sali minerali che, insieme a liquidi, aiutano a contrastare la spossatezza dovuta a disidratazione nelle stagioni più calde). L’altra area è quella del trattamento di stati sub clinici. Per esempio fitosteroli e riso rosso fermentato possono far rientrare livelli di colesterolo al limite, a valori fisiologici di sicurezza (quando le statine non sono ancora indicate).

Per quali sostanze c’è una maggiore evidenza di rischio di assunzione?
Bisogna premettere che in Europa c’è un buon livello di controllo. C’è un processo di verifica molto rigoroso. In Italia inoltre il sito di produzione deve essere preventivamente autorizzato e la composizione quali-quantitativa (l’etichetta) e, così come gli eventuali claim salutistici devono essere notificati al Ministero della Salute, che fa una verifica di congruità del prodotto rispetto alle attuali normative. Per quanto riguarda la sicurezza d’uso: non danno problemi se assunti secondo la posologia prevista. Ci possono essere delle interazioni di alcune sostanze (per esempio i principi attivi di alcune piante contenute negli integratori) soprattutto con alcuni farmaci per cui, in questi casi, è bene che l’utilizzatore ne parli prima con il proprio medico o farmacista.

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